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Lui & Lei

Soft Bondage


di LeccaLeccaFica
12.01.2018    |    4.269    |    1 9.5
"Mi tolse il miniabito e mentre slacciava con maestria il reggiseno cominciò a baciarmi, rimasi con indosso solo un paio di slip ormai bagnati del..."

"cosa ci facciamo qui?" chiesi a Chiara, la mia più cara amica che, per quella sera, si era improvvisata agenzia matrimoniale.
"cara mia Alessandra, siamo qui perchè tu sei single da troppo tempo. e sai cosa significa?? significa che ti stai rattristando!!" mi passò il bicchiere che se ne stavo poggiato sul tavolino di vetro del locale che lei aveva scelto per l'incontro.
Sorseggiavo piano il liquido trasparente, pensando che Chiara non poteva sapere quanto fossero infuocate le mie nottate da single. A volte rimorchiavo qualche ragazzone in uno di quei locali bui con la musica troppo alta per parlare, altre volte invece toglievo dall'armadio l'intera selezione di giochi erotici che il mio ex mi aveva insegnato a collezionare, compleanno dopo compleanno. Forse capitava più spesso che fossi da sola a darmi piacere, ma questo non significava che la mia vita da single fosse triste, io l'avrei definita più che altro libera. Libera dai problemi di gestione della vita di coppia, libera di godere quando e come volevo, libera di divertirmi con chi o con che cosa avessi voluto, libera, punto!
Dopo dieci minuti trascorsi in silenzio, Chiara si alzò di scatto per andare incontro ad un uomo sui quarant'anni, vestito di scuro, capelli brizzolati più lunghi del dovuto e barba falsamente non curata.
Allungò la mano verso di me "Giovanni, molto piacere."
"piacere mio. Alessandra" risposi alzandomi.
Chiara trovò subito una scusa per lasciarci soli e lui ordinò due cocktail.
Parlammo del più e del meno, niente di particolare, il tutto e il niente che forma le vite di ognuno di noi.
"quindi, questo incontro punta al nostro matrimonio? per lo meno secondo la tua amica..." se ne uscì lui dopo un attimo di imbarazzato silenzio.
"bhè, per lo meno per lei!"
" a me basterebbe baciarti... scusami la franchezza!"
Lo fissai per un lungo istante, non era brutto, a suo modo era pure affascinante, dalla conversazione avuta fino a quel momento sembrava anche piuttosto interessante e la sua franchezza mi lasciò dapprima sconcertata, poi eccitata.
"solo baciarmi?" domandai civettuola e teatralmente risentita.
"non solo. no. da quando ti ho vista mi girano in testa altre idee, un pò più ardite di un bacio!" un bell'uomo e con la risposta pronta. mi sentivo davvero eccitata.
"e quali altre idee avresti?" domandai per stuzzicarlo.
"per esempio di portarti a casa mia..."
"dunque, perchè siamo ancora qui?"
Pagò i drink e mi portò a casa sua.
La villetta era piccola e graziosa, arredata con cura e gusto. Non ebbi esattamente il tempo per visitarla, ma ebbi modo di vedere con più calma la camera da letto.
Al centro troneggiava un favoloso letto a baldacchino di legno scuro, lenzuola di cotone bianco candido e alcuni piccoli cuscini in raso nero.
"wow! che bel letto.." sussurrai.
"ed è pure comodo..." mi bisbigliò lui nell'orecchio allungando le mani per svestirmi.
Mi tolse il miniabito e mentre slacciava con maestria il reggiseno cominciò a baciarmi, rimasi con indosso solo un paio di slip ormai bagnati del mio eccitamento, il suo tocco si soffermò sulle mie natiche, le accarezzava e le pizzicava a piene mani. Presi a spogliarlo e lo lasciai completamente nudo, la sua erezione contro il mio ombelico fece aumentare la mia voglia.
"giochiamo un pò?" mi sussurrò infilando le dita nell'elastico dei miei slip per levarmeli. Annuii e mi lasciai guidare sul letto. Finì di togliermi gli slip poi mi fece sdraiare al centro del letto.

Agli angoli , in prossimità delle colonne del baldacchino, apparvero come per magia dei laccetti di raso rosso, mi legò i polsi e le caviglie lasciandomi sdraiata e inerme davanti ai suoi occhi.
"non temere" mi disse "puoi liberarti tirando un pò. prova."
Tirai dolcemente il polso e il nastrino si sciolse lasciandomi libera.
Mi sentivo più tranquilla e mentre mi rilegava pensavo che durante un orgasmo non sarei riuscita a trattenermi dal tirare quei nastrini, come leggendomi nel pensiero prese le mie mani e mi mostrò che potevo saldamente afferrare la colonna in legno. cosa che feci più volte durante la serata.
Tutta questa strana preparazione mi eccitò inaspettatamente, mi sentii calda e bagnata. Lo sentii trafficare con qualcosa a terra, ma dalla mia posizione potevo solo immaginare, lo vidi rialzarsi con un frustino fatto di cordini di lana, circa una trentina terminanti con dei piccoli nodini.
Lo fece scivolare sul mio corpo, ogni centimetro fu accarezzato dalla morbida lana e mi mossi per il solletico, poi, all'improvviso, con quel morbido frustino mi colpì in pieno ventre. Non faceva male, era un colpo fastidioso ma dentro di me accese il desiderio di riceverne un altro e solo l'idea mi fece avere un fremito.
Il secondo colpo arrivò sui seni, colpendo in pieno i capezzoli che si irrigidirono, mi incurvai protendendo i seni, volevo un'altra tenera frustata, la fica si stava bagnando copiosamente.
Un paio di colpi si assestarono sui miei seni dandomi un piacere infinito. Poi, tre colpi veloci colpirono la mia fighetta esposta a lui e mi piaceva, ansimai e fui colpita da altri colpi, ansimai ancora.
Lui infilò due dita nella mia fighetta, la sentì bagnata e pulsante.
"vedo che ti piace..." mi disse infilandomi in bocca le stesse dita perchè le succhiassi. Gliele leccai senza trascurare un solo millimetro di pelle, la sua erezione si fece più evidente.
Lasciò cadere il frustino di lana e si abbassò nuovamente per raccogliere qualcosa, questa volta era una bacchetta sottile, di cuoio nero, terminante con una palettina di pochi centimetri quadrati.
Mi liberò i piedi e mi fece sollevare le gambe, ora il mio sedere era davanti al suo naso, leccò la mia fessura con lentezza, pensavo a me legata, frustata e ora leccata e questo pensiero fece nascere in me un orgasmo che salì piano dal ventre e, con l'ennesima leccata, si srotolò nella fica bagnata lasciandomi ansimante e tremante.
Si accorse che stavo spudoratamente godendo e senza fermarsi leccò il mio clitoride dandomi ancor apiù brividi.
Stavo ancora compiacendomi per quell'orgasmo di cui assaporavo le ultime tracce quando qualcosa mi colpi una natica. Era un dolore bruciante, seppur di breve durata, ma bastò a riportarmi alla realtà e a guardare quell'uomo con un frustino in mano che sorridendomi mi accarezzava la natica appena colpita.
Ricambiai il sorriso e subito lui mi colpì, due colpi in rapida successione che mi fecero tremare e, anche se non avrei voluto, mi stavo eccitanto al punto che ero pronta per un altro orgasmo.
Ma che mi succedeva? Lui mi faceva male e io godevo?
Il colpo prese in pieno la mia fessura bagnata, era una sensazione elettrizzante e sentii colare il mio piacere tra le grandi labbra.
Si avvicinò con la mano alla mia natica arrossata, assestò due schiaffoni al mio sedere prima di massaggiarlo, infilò due dita nella fica e sorrise, altri due schiaffoni e ormai sentivo il culo caldissimo e arrossato.
Mi fece abbassare le gambe per potercisi infilare con il capo, prese a titillare il mio clitoride con la lingua e poi con le dita, lo strofinava, lo stropicciava, lo pizzicava, lo leccava e lo succhiava, lo stringeva forte e poi dolcemente, e ad ogni assalto sentivo

crescere il piacere, gemevo forte e lanciai anche qualche gridolino, lui non si fermò nemmeno un attimo assecondando il mio bacino che si muoveva in preda a spasmi di piacere, infine alzò il capo e strofinò le nocche della mano contro il mio clitoride finchè esplosi in un orgasmo ancor più forte del primo.
Lui mi sorrise ed io, ancora in preda ad un piacere trabordante feci una smorfia che voleva assomigliare ad un sorriso di gratitudine.
Si alzò lentamente e avvicinò la sua erezione alla mia bocca, avrei voluto liberare le mani per poterlo accarezzare e toccare, ma il suo grosso cazzo caldo mi si infilò in bocca e cominciò a muoversi quasi soffocandomi, resistetti a forza a dei leggeri conati di vomito ma mi salirono le lacrime agli occhi. Lui prese con entrambe le mani la mia testa e la mosse avanti e indietro ad un ritmo insostenibile, la sua erezione bagnata della mia saliva mi riempiva la bocca e pensavo mi stesse toccando la gola, i conati si fecero forti e le lacrime scendevano numerose, faticavo a respirare ma impensabilmente, questo essere sottomessa e umiliata mi dava un piacere devastante.
Succhiavo il suo membro al meglio delle mie possibiltà e mi impegnavo, godevo nel vedere il suo sorriso soddisfatto e i suoi gemiti soffocati. Rallentò fino a fermarsi. Uscì dalla bocca e prese a masturbarsi ad un centimetro dal mio viso.
"apri la bocca!" mi disse in tono deciso. Non mi feci supplicare, spalancai la bocca e allungai la lingua sentendo che potevo sfiorargli la punta di quell'asta dura. Il suo piacere arrivò caldo e denso nella mia bocca, deglutii e poi leccai il cazzo che mi veniva offerto, lucidandolo.
Lo leccai con calma, passando la lingua su tutta la sua superficie come se volessi studiarne le fattezze, era liscio e duro, poi afferrai la punta e succhiai forte facendolo ansimare, la sua mano si poggiò sulla mia testa e d'improvviso spinse il suo cazzo in fondo alla mia gola, così, senza preavviso, con forza e decisione. Mi ripresi velocemente e lui si spinse nella mia bocca altre cinque o sei volte, senza fretta, ma così in profondità che pensavo di star male.
Poi uscì dalla mia bocca per poggiare i suoi testicoli caldi sulle mie labbra, li leccai, prima delicatamente poi con più decisione.
Mi sentivo umiliata , ma questo mi eccitava parecchio.
Per un istante mi chiesi se avessi dovuto liberarmi da quei lacci, ma fu lui a farlo per me scostandosi dalla mia bocca.
Mi girò sul ventre facendomi solevare le anche, il mio sedere ancora esposto.
Solo l'idea di essere in quella posizione mi eccitò di nuovo moltissimo.
Una pioggia di schiaffoni a mano aperta sulle natiche mi fece gemere e ansimare, mi stavo bagnando più di prima e sentivo le chiappe arroventate, e più lui mi colpiva e più mi eccitavo, più mi faceva male e più godevo. Strinsi le lenzuola con le mani, come ad aggrapparmici, lui si fermò e accarezzò il mio rossore a lungo.
Quella sua lentezza nei movimenti, anzichè esasperarmi mi esaltò al punto che cominciai a percepire un orgasmo in arrivo. Mi dimenai, cercai di divincolarmi e muovere le anche in modo invitante, ma lui mi fece sollevare il busto lasciandomi in ginocchio. Mi si mise davanti, anche lui in ginocchio e non resistetti guardando la sua erezione, allungai una mano e lo masturbai mentre lui giocava con i miei capezzoli. La schiena inarcata per offrirglieli e la sua bocca che li succhiava e mordeva, li ingoiava e li leccava, il bacino si mosse lentamente, senza preavviso, se ne accorse e con una mano sfregava rapido il clitoride, mentre con l'altra strizzava un seno tenendo tra il pollice e l'indice il capezzolo e lo pizzicava con forza tanto da farmi male.
Fu questione di pochi secondi, sentivo la mia tetta dolorante nella sua mano , sentivo la mia fica bagnarsi e colare, pulsante e calda mentre gemevo e urlavo di piacere accogliendo un orgasmo che mi tolse le forze e mi fece crollare tra le sue braccia.
Mi sorrise e mi aiutò a rimettermi accovacciata, la fronte sulle lenzuola e il culo per aria, si sistemò dietro di me e mi infilò senza troppe precauzioni. Mi sentivo piena.

Il suo cazzo colmava la mia fica che si contraeva intorno all'asta dura come se temesse di perderla.
Si mosse rapido, deciso e sicuro, il suo bacino contro le mie natiche ancora leggermente arrossate, assestava colpi precisi e profondi. Il mio corpo si muoveva al suo ritmo, protendevo la mia fica quanto più possibile per poterlo sentire ad ogni colpo sempre più in profondità, ansimavo forte.
Bastarono due schiaffi sul sedere che gli offrivo e l'orgasmo che se ne stava annidato nel mio ventre si srotolò piano verso il clitoride, anche il suo piacere stava per raggiungere il culmine, mi prese per i capelli costringendomi a sollevare il busto, allungò le mani e mi prese i capezzoli. Li strinse forte tra le dita pizzicandolmeli come nessuno aveva fatto prima. Due scosse di dolore mi investirono, il dolore , come una saetta, corse dai capezzoli alla mia fighetta colpita forte dal suo cazzo durissimo, nel tragitto il dolore si trasformò in bruciante piacere e quando raggiunse la fica fu un orgasmo elettrizzante, lui lasciò i miei capezzoli violacei per tenermi i fianchi e colpirmi con una forza tale da amplificare quel piacere brutale che mi obbligava a muovere convulsamente il bacino. Restammo fermi qualche istante, il suo sesso ancora dentro di me, la mia schiena contro il suo petto, le sue labbra sul mio collo, ansimanti ed esausti, sudati e felici.
Decidemmo di fare una doccia, ma ci trovammo entrambi sotto il getto dell'acqua calda, le sue mani che strofinavano delicatamente la mia schiena, il profumo inebriante di muschio bianco del docciaschiuma...
Bastò poco per riaccenderci, in pochi minuti ci trovammo avvinghiati l'uno all'altra, l'acqua calda che scorreva sulla nostra pelle, le nostre lingue che danzavano cercandosi, le mani impegnate a toccare ogni centimetro di pelle bagnata. La sua erezione contro il mio ventre, il mio eccitamento che mi scaldava.
Dopo alcuni attimi gli baciai il collo e poi i capezzoli, lui mi fece inginocchiare e mi mise in bocca il suo cazzo durissimo. Sentivo l'acqua scorrermi addosso, ma i suoi gemiti mi fecero scordare ogni cosa e continuai a succhiare e leccare finchè non fu lui a ordinarmi di rialzarmi.
Con una mano prese i miei polsi e mi costrinse a tenere le braccia in alto, contro le mattonelle che, nonostante l'acqua scrosciasse bollente, erano fredde. il paradossale cambio di temperatura sulla mia schiena e le mie natiche mi fecero venire un brivido, mi mossi un pò ma lui mi costrinse a stare ferma spingendo il suo bacino contro di me.
Mi fece aprire le gambe, poi con la mano libera mi sollevò una gamba mettendosela attorno alla vita, mi abbracciò e sollevò quel tanto che bastava per penetrarmi.
Gli gettai le braccia intorno la collo e mi appesi a lui cercando di tenere tutto il suo caldo cazzo duro dentro la mia figa eccitatissima. Lui mi impalò più volte, tenendomi i glutei con le mani e succhiando un capezzolo con forza. Il calore dell'acqua rese tutto più rapido, contrassi i muscoli della mia figa e urlai mentre l'ennesimo orgasmo mi avvolse lasciandomi tremante e stravolta, anche i suoi colpi si fecero ravvicinati e potenti, poi lo s entii ansimare, mordere il mio capezzolo fino a farmi male e infine godere intensamente.
"devo ricordarmi di ringraziare la tua amica..." mi sussurrò lasciando un bacio leggero nel mio orecchio e provocandomi brividi indistinti per tutta la schiena.
Dopo una doccia, questa volta vera e con lo scopo di lavare i nostri corpi dalle gradevoli fatiche appena passate, mi riaccompagnò a casa e con un casto bacio ci salutammo ripromettendoci di vedereci ancora.
Ero sicura che l'avrei rivisto, magari senza fermarci a perdere tempo davanti un drink....
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